Dogecoin costituisce una delle più importanti ed anche sorprendenti forme di critpovaluta mai concepite nella nostra era, soprattutto in condizione alle premesse di applicazione. Rispetto a tante altre crypto, molto più ambiziose e tecnologicamente avanzate, Dogecoin è stata ideata con intenti più “umili” ma che ha saputo sfruttare la tematica legata alla notorietà virale delle criptovalute.
Se hai Dogecoin sei ricco sfondato: ecco quanto vale oggi
Dogecoin infatti è stata concepita senza alcuna particolare velleità di investimento e guadagno, da un singolo soggetto, un programmatore di nome Jackson Palmer, che successivamente è stato assistito da altri collaboratori.
L’idea alla base di Palmer era quella legata ad un qualcosa di paragonabile ad una parodia di Bitcoin, criptovaluta che ha trovato una buona diffusione a partire dai primi anni 2010, dopo alcuni anni di assestamento, essendo nata nel 2008.
La struttura però è effettivamente funzionante e trae più di qualche ispirazione proprio da Bitcoin. La natura scherzosa, evidenziata anche dal Logo che ritrae il popolare meme del cane Doge, ha fatto il resto, e sono stati in molti a dare fiducia anche solo simbolicamente con investimenti di pochi dollari, alla crypto nata nel 2014.
Da un valore iniziale molto ridotto, quasi impercettibile, a partire dal 2020 anche grazie alle influenze di personalità come Elon Musk, da sempre grande sostenitore della crypto in questione, il costo di ogni singolo token DOGE è aumentato in modo esponenziale, fino al “picco” quantificabile di 0,61 dollari del maggio 2021.
Ciò ha ovviamente comportato un aumento degli investimenti altissimo, che ha di fatto arricchito un numero importante di persone.
Da crypto quasi non considerata ad una dalle capitalizzazioni più alte in assoluto (pochi anni fa è stato superato l’ingente quantitativo di 50 miliardi di dollari di finanziamenti esterni), Dogecoin ha subito un calo come buona parte delle criptovalute ma è abbastanza stabile da oramai diversi mesi su valori che si attestano su 0,082 dollari.
