Non usare mai questo disinfettante spray: ecco il motivo assurdo

L’emergenza coronavirus ha incrementato esponenzialmente l’utilizzo massiccio di mascherine e guanti monouso, nonché prodotti per l’igiene della pelle come saponi e disinfettanti. Tutto questo ha portato, inevitabilmente, ad effetti catastrofici e negativi sull’ambiente, a causa della dispersione dei suddetti oggetti in quantità impressionanti, con numeri che superano le 500 mila tonnellate. La corsa alla pulizia è iniziata con l’avvento della pandemia, e gli acquisti di detergenti e disinfettanti come alcol, candeggina ed Amuchina sono aumentati di oltre il 300%. Si tratta di elementi inquinanti per le acque e tossici per gli organismi e l’intero ecosistema marino; ma questo riguarda anche la salute umana, con prodotti tossici o irritanti per le vie respiratorie, ustionanti e addirittura corrosivi.

I rischi di usare prodotti del genere

Un elemento inquinante, in particolare, da non escludere, è stato l’utilizzo massivo dei disinfettanti a spruzzo in Italia e in tutto il mondo, in ambienti esterni come strade, piazze, giardini pubblici e anche spiagge, con un effetto tossico su chiunque sia nelle vicinanze. In una nota diffusa da ARPA Veneto, viene evidenziato l’utilizzo di ipoclorito di sodio (candeggina) come disinfettante per ambienti esterni. Nella stessa nota, inoltre, sono state diffuse informazioni che andavano contro l’utilizzo di questa, in quanto, tra le altre cose, la sua capacità di eliminare il virus all’esterno era molto dubbia. In Cina, invece, è arrivato un avvertimento da parte del “China’s Center for Disease Control and Prevention”, in cui affermano che le superfici esterne come strade, prati e piazze non devono essere cosparse ripetutamente di disinfettanti per evitare l’inquinamento ambientale.

Per l’appunto, è stato provato che il sodio ipoclorito, se in presenza di materiale organico sulla pavimentazione stradale, può dare origine alla formazione di sottoprodotti molto pericolosi come clorammine, trialometani e diverse altre sostanze volatili e cancerogene. Oltre a questo, non è stato possibile escludere la possibilità della formazione di altri sottoprodotti non volatili e altrettanto pericolosi, che potrebbero contaminare le falde acquifere e le risorse di acqua potabile. In realtà il problema non è presente solamente all’esterno degli edifici, ma si estende anche all’interno, in quelli che durante l’emergenza Covid abbiamo ritenuto dei posti sicuri.

Proprio l’eccesso di igiene, spinta dal coronavirus, ha portato a conseguenze tossiche ed inquinanti, dal momento che i disinfettanti in generale non sono esattamente acqua fresca. Quello che accade non è solo l’uccisione dei batteri cattivi, ma anche della flora batterica amica. In particolare, all’interno dei molteplici disinfettanti spray, è presente la formaldeide, sostanza altamente tossica e pericolosa per la salute umana in quanto fortemente cancerogena e in grado di interferire con i legami tra proteine e DNA.