Non mangiare la bresaola se sei incinta: ecco perché. “Attenzione”

La bresaola, per tutte le donne che si trovano in uno stato interessante, è considerata un alimento sicuro o invece sarebbe da evitare almeno per i 9 mesi prima del parto? In questo articolo cerchiamo allora di fare chiarezza e di rispondere alla maggior parte delle domande più comuni a tale riguardo.

La bresaola mangiata in gravidanza fa parte della lista degli alimenti che ogni futura mamma dovrebbe appuntarsi e dovrebbe tenere bene a mente, in quanto potrebbero essere pericolosi se consumati durante la gestazione. Il rischio connesso è quello della toxoplasmosi: un’infezione seria e dannosa soprattutto per il feto.

La bresaola è un salume tipico del Nord Italia, davvero molto apprezzato e presente sulle tavole di tutti gli italiani. Nello specifico l’affettato conosciuto si ricava dai muscoli delle zampe posteriori del cavallo o del manzo.
Questo salume ha un gusto inconfondibile in quanto viene lavorata e lasciata stagionare per un arco di tempo di 30 giorni, e rientra quindi a tutti gli effetti nel gruppo degli insaccati.

Bresaola in gravidanza

Qualsiasi sia il tipo di bresaola in questione, mangiarla durante un periodo delicato come la gravidanza, resta sempre e comunque sconsigliato, in quanto come è stato già anticipato, c’è il forte rischio di contrarre la toxoplasmosi.

Più nello specifico si tratta di un’infezione che è provocata da un microorganismo che prende il nome di Toxoplasma gondii e, se in condizioni normali non risulta essere pericolosalo stesso non si può dire quando viene contratta da una donna in gravidanza. A tal proposito i sintomi della toxoplasmosi sono molto lievi e anche parecchio comuni, in poche parole sono i classici sintomi influenzali, che comprendono quindi:

  • un forte mal di testa;
  • una sensazione di dolore alle ossa;
  • fastidioso mal di gola;
  • stanchezza generale.

Oltre alla toxoplasmosi, però, un altro dei rischi legati a questo consumo, ritenuto leggero e sano, è la non cottura dell’affettato con la conseguenza che, non viene sottoposta ad una temperatura tale da uccidere il batterio responsabile della toxoplasmosi.