Il prezzo della benzina è ancora in salita: “dove andremo a finire?”

L’inflazione continua a colpire indisturbata, e sono sempre di più i rischi che questa possa diventare insostenibile. Ultimamente, infatti, sono stati riscontrati nuovamente aumenti per quel che concerne il prezzo del carburante; sia della benzina, che del gasolio e metano. Il Codacons, associazione per la difesa dell’ambiente e dei diritti dei consumatori, ha infatti evidenziato come rincari del genere non si vedevano ormai da molti anni, con la benzina che ha superato la quota di 1,86€ al litro, quello del gasolio 1,70€ ed il gas metano che addirittura ha superato la soglia dei 2€ al Kg.

Non ci sono dubbi, poi, sul fatto che anche in confronto ai prezzi registrati l’anno scorso ci stato constatato un ulteriore aumento, che, specialmente nei giorni della Santa Pasqua, ha portato anche l’ente Assoutenti a richiedere al Governo accertamenti da parte della Guardia di Finanza onde evitare che dietro gli improvvisi rialzi nei giorni di festa non ci fossero soltanto speculazioni. Il mese di Aprile, in effetti, grazie alle vacanze di Pasqua e quelle del ponte del 25, è il mese in cui la maggior parte dei viaggiatori si sposta prettamente in auto, cosa che costerà niente poco di meno che 120 milioni di Euro in più rispetto all’anno scorso. Ma quali sono le ragioni dell’aumento? Proviamo a capirci di più nelle prossime righe.

Perchè i costi del carburante continuano a salire?

Anzitutto non possiamo fare a meno di evidenziare che l’incremento dei costi del carburante va di pari passo con quello del gas metano e dell’energia elettrica, gravando sui cittadini in modo considerevole non indifferente. Ma una delle cause principali che è possibile delineare per questo rincaro, pare sia riscontrabile in un mancato accordo tra i paesi dell’OPEC, ossia l’Organizzazione dei Paesi Trasportatori di Petrolio, sull’aumento della produzione di petrolio grezzo a seguito del grande lockdown causato dalla pandemia. Gli Emirati Arabi, ad esempio, a seguito degli anni della pandemia, avevano avanzato la loro richiesta di una maggiore produzione, richiesta che, al contrario, è stata negata dai paesi dell’OPEC. 

Altri due fattori a cui bisogna attribuire l’aumento dei costi del carburante, infine, sono l’IVA e le accise cha abbiamo in Italia, che hanno raggiunto l’incisione del 61,9% sul prezzo della benzina e del 58,9% per quanto riguarda il gasolio. Come sempre, infine, non dobbiamo tralasciare le spese derivate dai costi di trasporto della materia prima che nella nostra nazione viaggia su ruota, dunque anche questi vanno ad incidere non solo sul prezzo finale del carburante, ma anche sui listini di un’altra grande quantità di prodotti in commercio.