Non pagare mai con il POS in questi casi: ecco cosa può succedere

I pagamenti digitali nel corso dei vari anni hanno registrato una crescita davvero esponenziale, complice anche la pandemia che, almeno all’inizio, ha portato con sé una rinnovata diffidenza nei confronti del contante, e anche il Cashback di Stato. Al centro di questa transizione vi sono le carte di pagamento, secondo una ricerca Mastercard utilizzate già lo scorso anno da 8 italiani su 10, seguite poi da quelle contactless, ormai parte delle nostre abitudini consolidate.

Il contactless regna sovrano per quanto riguarda i pagamenti con gli smartphone, che sono notevolmente in crescita seguiti dai pagamenti con delle app dedicate e da quelli effettuati attraverso le app bancarie. Tuttavia, il contactless è comunque salito agli onori della cronaca anche per via di una truffa a cui si presta per via della propria natura: secondo alcuni, basterebbe solamente avvicinare un POS portatile alla tasca di qualche ignaro utente al fine di sottrargli importi al di sotto di una certa soglia, quella per cui non serve digitare il PIN.

Il pagamento contactless, come suggerisce il nome stesso, consente di pagare senza contatto, cioè senza dover inserire la tessera all’interno di un terminale di pagamento ma solo avvicinandola al lettore per portare quindi a termine una transazione, velocizzando  le operazioni sia per l’acquirente che per il venditore.

Questo sistema di pagamento sfrutta l’RFID che sarebbe l’acronimo di Radio Frequency IDentification, ovvero l’identificazione a radio frequenza, che può essere integrata nelle carte di credito, di debito e nelle prepagate. Per capire se una carta è abilitata ai pagamenti contactless, serve soltanto controllare se presenta l’apposito simbolino uguale a quello della rete WiFi.

Questa tecnologia RFID esiste da moltissimi decenni ed è stata sviluppata come derivazione a scopi civili del sistema militare a radiofrequenza ma la diffusione su larga scala è avvenuta solo a partire dagli anni ’90, passando dalle applicazioni industriali per poi entrare nell’uso quotidiano, lavorativo e domestico.