Prelievi, ecco cosa cambierà nel 2023: tutto quello che devi sapere

Effettuare un’operazione presso uno sportello ATM, definito spesso solo come “Bancomat” è divenuta un’abitudine che non sarà abbandonata a breve, anche con una minore diffusione di contanti, anche perchè il denaro liquido costituisce ancora una parte molto importante per l’ordinamento economico. Quali sono i cambiamenti per il 2023 in merito ai prelievi?

Prelievi, ecco cosa cambierà nel 2023: tutto quello che devi sapere

Il prelievo di denaro costituisce qualcosa di “tollerato” dalle banche rispetto al comune uso di denaro liquido perchè può comunque essere gestito e “visionato” dallo stato attraverso l’Agenzia delle Entrate e da un ente conosciuto come UIF, vale a dire l’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, che si occupa di visionare eventuali transazioni e “movimenti” sospetti che possono indicare irregolarità legate ad attività come il riciclaggio di denaro sporco oppure la cosiddetta economia sommersa.

Si tratta di un problema che viene sensibilmente eroso proprio dai pagamenti elettronici, ed anche se il governo Meloni ha aumentato l’importo massimo effettuabile nell’ottica di transazioni e pagamenti con il contante da 2000 a 5000 euro, questa soglia non  si applica per la quantità di denaro prelevabile allo sportello.

Questo infatti viene deciso sotto forma di limite sia giornaliero, vario a seconda della banca (che corrisponde in genere tra i 250 euro a 1000 euro prelevabili al giorno) oltre a quello generico che non è stato modificato dalla soglia dei 10 mila euro concepiti su base mensile. Importi superiori a tale somma scaturiscono in controlli da parte dell’UIF, e se sono rilevate irregolarità sui movimenti, possono essere sviluppate sanzioni.

Il limite di 5000 euro rende comunque più semplice pagare in maniera tradizionale con i contanti.

Ad oggi non ci sono altri sostanziali novità in quanto ulteriori modifiche in merito ai prelievi di contanti non sono state decise, neanche in merito alle eventuali commissioni più “salate”, vale a dire i costi di prelievo che almeno per il 2023 restano uguali allo scorso anno.

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