Quando si può richiedere la pensione anticipata? Ecco i casi

A meno che non siamo le persone più energiche e volterose del mondo, è una cosa molto comune aspettare con ansia la pensione. Dopo una vita intera di sacrifici, infatti, grazie a questa magnifica invenzione, abbiamo la possibilità di goderci la vecchiaia senza dover più lavorare e stancarci come in tutta la nostra vita. Grazie al tipo di lavoro che abbiamo effettuato, poi, la retribuzione cambia, il che significa che, ovviamente, alcuni lavori sono più proficui di altri anche una volta terminato il servizio; ma questa, di certo, non è una novità. La novità, invece, sta nel fatto che almeno per i prossimi due anni, quello in arrivo ed il 2024; l’età minima, ossia l’unico requisito anagrafico per ottenere la pensione, non sarà aumentata e rimarrà di 67 anni. 

La motivazione è abbastanza semplice, l’età minima, infatti, cresce di paripasso con l’aspettativa di vita; se questa cresce, allora anche l’altra avanza; se, invece, come nel caso degli ultimi anni rimane tale, allora non vi è nessun adeguamento. La mancanza di quest’ultimo, in questo caso è dovuta al fatto che con il Covid che continua a fare vittime, non ci sono i presupposti per stabilire un’aspettativa di vita maggiore rispetto a quella vigente. Insomma, per almeno due anni, 67 anni sarà l’età minima. 

Pensione anticipata: i requisiti

Questo non vale, però, nel caso della pensione anticipata. Questa, infatti, è uno dei trattamenti pensionistici a cui si può accedere senza che vi sia obbligatoriamente il requisito dell’età minima. Con questa modalità, infatti, tutti coloro che avranno maturato 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, avranno automaticamente diritto alla pensione anticipata. Questa, inoltre, presenta anche delle misure precoci; in questo caso riservate a tutte quelle persone che che siano in possesso di 41 anni di contribuiti con almeno 12 mesi di questi antecedenti al compimento del 19esimo anno di età nel caso in cui siano invalidi, che abbiano un invalido a cui prestare assistenza nello stato di famiglia, che siano in disoccupazione o che abbiano effettuato lavori usuranti.