Qualche settimane fa abbiamo assistito al crollo della sterlina nei confronti del dollaro fino ad arrivare alle cifre di 1,04 per pound. Questo ha decretato con certezza il superamento del record (in negativo) stabilito nel 1985. A stimolare il crollo e la perdita di forza della sterlina, è stato anche il piano fiscale del governo stabilito dalla nuova premier Liz Truss, che non ha suscitato fiducia negli investitori.
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Qualche giorno prima, infatti la Truss, aveva annunciato un piano di tagli fiscali che entro il 2026 dovrebbero arrivare al valore soprendente di 50 miliardi; costituendo così la più grande riduzione delle tasse, pensate dall’anno 1972.
A questa importante manovra fiscale si aggiunge il taglio alle bollette, la premier ha, infatti, annunciato che a partire dai prossimi due anni le famiglie pagheranno in media 2500 sterline tra luce e gas durante l’anno, accumulando così un taglio spese di oltre 1500 sterline. Quest’operazione, soltanto nei prossimi 6 mesi, costerà al governo circa 60 miliardi di sterline; denaro che, però, sarà finanziato mediante un prestito.
Come hanno reagito i mercati?
Ad annuncio avvenuto, la sterlina si è ulteriormente deprezzata nei confronti del dollaro e il tasso di interesse pagato dal Regno Unito per indebitarsi a 10 anni è aumentato di quasi un punto percentuale sul mercato secondario. Secondo gli esperti, il motivo risiede nell’aumento del deficit pubblico che l’economia ingelse non sarà capace di sostenere, in quanto quasi raddoppiato dall’anno passato. In un momento, inoltre, delicato; in cui la banca d’Inghilterra sta tentando di tenere sotto controllo l’inflazione. Altri, poi, sostengono che il modo in cui l’Inghilterra sta provando a gestire la cosa sia del tutto errato, in quanto per far fronte all’inflazione, la banca centrale sta aumentando i tassi d’interesse e vendendo titoli di stato acquistati negli anni precedenti, con il terribile risultato di indebitare ulteriormente se stessi, le imprese ed anche le famiglie.
In conclusione, visti gli andamenti dei mercati finanziari e delle azioni politiche delle ultime settimane, la banca d’Inghilterra prevede una duratura recessione già nel 2023.