L’1 Gennaio del 2012 è stata introdotta in Italia la pensione anticipata. Questa, permette ai lavoratori che hanno maturato determinati requisiti, di ritirarsi dal lavoro ed andare in pensione prima che abbiano raggiunto l’età minima pensionabile. Per chi non lo sapesse ancora, l’età pensionabile è un requisito anagrafico per andare in pensione. Al momento, ad esempio, tutti coloro che hanno alle spalle 20 anni di contributi ed hanno raggiunto il 67esimo anno di età, hanno il diritto di andare in pensione. Salvo i casi di pensione anticipata che vedremo nelle prossime righe di questo articolo.
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Pensione anticipata: i requisiti necessari
Come dicevo prima, con la pensione anticipata è possibile ritirarsi dal dal lavoro senza che ci sia stato il raggiungimento effettivo dei 67 anni di età. I due requisiti fondamentali sono i seguenti:
- Essere iscritto alle gestioni INPS, al fondo pensione lavoratori dipendenti, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi oppure all’assicurazione obbligatoria dei coltivatori diretti e/o artigiani.
- Aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini e 41 anni e 10 mesi versati per, invece, le donne.
Come avete notato, dunque, non conta l’età. Il che è un buon fattore visto che ogni anno l’aspettativa di vita aumenta e di conseguenza anche l’età minima per richiedere il pensionamento. Ad essere sinceri, però, sia per il 2023 che per il 2024 non è previsto nessun adeguamento; ma questo è dovuto soltanto al covid, che, ancora, da due anni continua a mietere vittime ad un ritmo senza precedenti. In questo caso, chiaramente, l’aspettativa di vita non può aumentare, casomai il contrario!
Non ci è dato sapere a quale soglia arriverà l’età minima pensionabile nel 2025; potrebbe alzarsi ulteriormente, o magari rimanere tale. Ciò che, sicuramente, rappresenta un privilegio è il fatto che, almeno per due anni, tutto rimanga così per com è e nessuno debba aspettarsi sorprese nel caso in cui stia effettuando l’ultimo anno di carriera.