Quanto valgono le lire con la donna coi rami di quercia? “Pazzesco”

Molte monete appartenenti alla vecchia Lira nel corso degli anni hanno subito un ritiro dalla circolazione immediato con la successiva fusione. Questo fa dei pochi esemplari che sono scampati a questa sciagura delle vere e proprie punte di diamante di una collezione; pensate che la moneta di cui parliamo in questo articolo, subì questa stessa procedura e la ragione non fu mai resa nota. Si tratta delle 20 Lire Quercia. Nelle prossime righe, le analizziamo brevemente e guardiamo alle loro caratteristiche ed il loro valore.

20 Lire Quercia

Iniziamo, come di giusto che sia, dall’inizio; la prima coniazione avvenne nel 1956 ed andò avanti fino al 1959. Presentava un contorno rigato. Dal 1960 al 1967 non furono coniate monete di questo genere, mentre, poi, dal 1968 ricominciò la produzione della seconda versione; stavolta con il bordo liscio, fino a quando poi nel 1999 si smise di produrla in vista dell’entrata dell’Euro.

Sul dritto della moneta è raffigurato un ramoscello di quercia con 4 foglie dal quale la moneta prende nome; una ghianda attaccata, il valore nominale della moneta attraverso i simboli L 20, il simbolo della zecca di Roma (dunque la lettera R) e poi a destra il millesimo di conio (ovvero l’annata di produzione)

Al verso, troviamo, invece, la classica testa di donna ornata da una corona di spighe di grano; essa è rivolta verso sinistra e tutto attorno al capo, si trova, in rilievo, la scritta “REPVBBLICA ITALIANA”, con al centro la firma dell’autore. Come dicevo prima, non si conosce il motivo per cui questa moneta, in particolare quella del 1956, venne ritirata e fusa. La Zecca, però, ebbe cura di conservare almeno due esemplari che si trovano nei suoi musei e alcune monete sulle quali è stata incisa la lettera P sotto l’anno di conio; a significare che erano state riservate come dono al personale della Zecca. 

Il valore di queste monete si aggira intorno ai 1500€ nel caso in cui esse abbiano la lettera P; il valore di quelle senza questa lettera, invece, è ignoto in quanto si crede che gli unici due esemplari risiedano nei musei della Zecca di Stato.