Quanto valgono le vecchie lire con il rametto di quercia? “Pazzesco”

Moltissime delle vecchie Lire italiane hanno oggi un gran valore, il che si rivela un privilegio per tutti coloro che, 20 anni fa, quando l’Euro spodestò la Lira, decisero di conservarne alcuni esemplari. Non sono affatto poche le persone che decisero di tenerne alcuni, chi per valore affettivo, chi per ricordo. Ad ogni modo, una cosa è certa: la Lira è e sarà per sempre una delle valute più amate da coloro che l’hanno vissuta. Nelle prossime righe di questo articolo parliamo della moneta da 20 lire Quercia, ne analizziamo le caratteristiche e scopriamo quanto vale ai giorni nostri.

20 Lire Quercia

Molte versioni di questa monetina furono coniate, e diverse si differiscono in qualcosa. Iniziamo col dire che fu coniata dal 1956 al 1999; nel dritto della moneta vi è un ramo di quercia con 4 foglie ed una ghianda, il valore, l’anno di conio, ed il simbolo R ad indicare la zecca di Roma. Al verso, invece, la classica testa di donna ornata da spighe di grano con attorno la scritta “REPVBBLICA ITALIANA”; al di sotto, poi, come sempre, si trova la firma dell’autore.

La versione più rara mai coniata è quella del 1956, catalogata addirittura come R5, che in gergo numismatico vuol dire davvero rarissima. Il fattore che contribusce più di tutto a rendere quest’annata rara, è il fatto che tutte le monete di quell’anno furono ritirate dalla circolazione e fuse; eccetto due esemplari che si trovano, attualmente, al museo della Zecca, non sono, pertanto collezionabili. 

La ragione del ritiro non è mai stata resa nota; nonostante ciò, pochissimi esemplari vennero salvati per essere regalati al personale della Zecca, riportano, dunque, l’incisione “P” sotto il millesimo di conio. Sono quelle classificate come R2 e possono arrivare a valere anche 1500€. Quelle che, invece, detengono la sigla R5, sono le 20 Lire 1956 senza la lettera P; ma almeno, per quello che sappiamo, gli unici due esemplari risiedono al museo della Zecca.